Voglio spendere due parole su Google Web Fonts che a mio avviso sarà un’altra piccola rivoluzione del copywriting sul web e darà, a designer e progettisti, la possibilità di spaziare su set di caratteri molto più ampi evitando i soliti font triti e ritriti usati per creare siti web.
Utilizzare i web fonts di Big-G sui propri siti web è davvero molto semplice perchè basta utilizzare le API messe a disposizione degli sviluppatori a questo link.
Ecco un semplice esempio di codice HTML per capire quanto sia semplice utilizzare questo tool:
<html>
<head>
<link rel="stylesheet" type="text/css" href="http://fonts.googleapis.com/css?family=Tangerine">
<style>
body {
font-family: 'Tangerine', serif;
font-size: 48px;
}
</style>
</head>
<body>
<h1>Making the Web Beautiful!</h1>
</body>
</html>
Sorge spontanea una domanda… ma pensarci prima no?????
Come tutti sanno le tecniche di SEO (Search Engine Optimization = ottimizzazione per motori di ricerca = indicizzazione e posizionamento) non fanno parte delle cosiddette scienze “esatte”; infatti l’indicizzazione, per quanto possa essere studiata e curata, non produrrà mai risultati prevedibili a priori quindi ad azione non corrisponde necessariamente una reazione.
Con questa premessa non voglio dire che queste tecniche siano inutili o superflue, ma certamente non possono dare risultati certi per un motivo banale: i motori di ricerca usano algoritmi proprietari per indicizzare i siti web, quindi tutto lo studio sul loro funzionamento è quasi completamente empirico, perchè si può osservare solo quello che producono e non come sono fatti al loro interno.
In tutto questo, però, noi possiamo studiare l’ambiente in cui operano questi algoritmi e, soprattutto, sappiamo esattamente quale sia il loro scopo (semplicissimo): fornire all’utente le informazioni che cerca con la qualità più alta possibile. In quest’ottica l’esperto di SEO può impostare una serie di procedure e regole da seguire per “migliorare” l’indicizzazione del proprio sito web.
A questo punto diventano fondamentali i contenuti di un sito, perchè sono questi a rendere interessante una pagina web e di conseguenza sono fondamentali per spingere l’utente ad entrare sul proprio spazio e soffermarsi per trovare le informazioni desiderate. Ovviamente questo interesse deve essere “captato” anche dal motore di ricerca, che ha lo scopo di offrire un servizio sempre migliore ai propri utenti. Per cui avere dei pessimi contenuti sul proprio sito vuol dire avere un pessimo ranking sui motori di ricerca (giustamente).
Nella creazione di contenuti spesso non si fa attenzione a quello che si sta scrivendo (are you a cut and paste lover?), per cui si possono commettere degli errori che penalizzano l’indicizzazione anche nel caso in cui il contenuto che si va ad inserire è di buona qualità. Per questi motivi è fondamentale trovare un buon equilibrio tra le tecniche di SEO e le tecniche di copywriting al fine di produrre testi che siano leggibili e ben comprensibili sia per gli utenti che per i motori di ricerca.
Ormai è inutile cercare di imbrogliare i motori di ricerca iniettando nei testi vagonate di parole chiave e accorgimenti di questo tipo, per cui è meglio concentrarsi su quello che si sta scrivendo e su come facilitare al massimo la lettura da parte dell’utente.
Ecco 5 semplici consigli utili per ottimizzare il testo di un articolo:
1 – La quantità di caratteri presenti nella pagina deve essere superiore a 250 battute, non vengono considerati i testi che fanno parte degli header/footer/sidebar. Ovviamente più testo e più contenuti ci sono, meglio è per quanto riguarda l’indicizzazione, ma diciamo che come regola di base un articolo deve avere almeno 250 caratteri.
2 – Rendere il testo “leggibile”, perchè probabilmente chi sta leggendo lo farà dal monitor di un computer o ancora peggio da uno smartphone per cui è importante la divisione in paragrafi e soprattutto ogni paragrafo non deve essere più lungo di 3-4 righe, che vuole dire due o tre frasi al massimo.
3 – Suddividere il testo che si sta scrivendo in paragrafi e sotto-paragrafi utilizzando i tag <h2>, <h3>… E’ importante evitare periodi molto lunghi e articolati per evitare al lettore complicazioni nella lettura. Considerate che chi naviga su internet e visita il vostro sito, ci starà per pochi secondi nei quali dovrete catturare la sua attenzione, quindi evidenziare gli argomenti principali e le parole chiave diventa vitale per trattenere il lettore e invogliarlo a leggere.
4 – La densità delle parole chiave non deve superare il 5% del testo, diciamo che una buona regola potrebbe essere quella di mantenersi nella forbice tra il 2% e 5%.
5 – Utilizzare gli elenchi puntati, magari all’inizio pagina (oppure alternativamente in fondo) per dare all’utente un indice di quello che poi troverà scritto all’interno dell’articolo. Questo facilita molto la visualizzazione e permette al lettore di capire subito il grado di interesse rispetto agli argomenti trattati.
Oggi navigando senza una particolare meta mi sono imbattuto in questa piccola applicazione che mi è subito sembrata degna di nota.
TweetDeck è un aggregatore di social network, in sostanza da una sola schermata è possibile vedere gli stream di dati provenienti dai 6 principali social network: facebook, twitter, foursquare, google buzz, linkedin, myspace. Calcolando che sono iscritto e uso abitualmente 5 su 6 di questi network, per me è davvero una semplificazione enorme e un risparmio notevole di tab aperti sul browser.
L’applicazione è gratuita e gira sulla piattaforma AIR di Adobe, quindi la versione desktop è multiplatform; la grafica, come tutte le applicazioni AIR, è davvero accattivante e lo sfondo scuro è sicuramente sinonimo di eleganza. Adesso con 5 colonne riesco a gestire tutte le mie reti principali e posso postare su più network contemporaneamente!
Sul sito c’è scritto che a breve sarà disponibile anche la versione per iPhone… attendo con impazienza….
Consiglio caldamente a tutti i social network dependent come me di provare questa app!!!